Alberto Becca
- 12/04/2017 22:58:00
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Poesia misteriosissima (ignoto, ignaro....) versi sospesi nel tempo e nello spazio, in attesa di un movimento (un colpo dala) che possa condurli alla meta, che si spera e si augura sia quella giusta ! Rimane un dubbio (esistenziale ed angoscioso): come puo una rondine vivere senza nido ? E una immagine al tempo stessa molto evocativa e assai preoccupante: una rondine in balia di se stessa e dei venti (ostili ?)
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Nando
- 12/04/2017 20:21:00
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Potremmo definirla la poesia della maturità artistica, nonché della maturità umana che ha ormai raggiunto la sua o quasi totale compiutezza, tanto ci narrano i versi e dell’artista e della persona. Un testo che gioca la sua bellezza sul ruolo di alcune parole chiave e attorno ai due "luoghi" espressivi, l’impersonale ed il soggettivo, con quelle due domande cruciali ed e sostanzialmente drammatiche: "Dov’è l’ignoto poeta" e "come può una rondine senza nido/ fidarsi ancora del maestrale"? Il poeta resta ignoto, poiché non importa la sua identità umana, ma la sua voce “profetica”, poiché in quanto poeta è depositario di una parola da svelare, parola però ignara, poiché ancora impronunciata ed impronunciabile, parola (e qui l’ossimoro) pre-verbale, intuita ma non ancora pensata, eppure proprio per questo ha colpi d’ala e si confida con gli elementi naturali, perfino con l’infinito… “Tacere e dare”, nello sconforto di una fiducia incrinata proprio in quel vento che ancora e sempre ci può innalzare da terra…
Ti abbraccio forte, Alessandra (sei molto bella in questa foto – lo sei sempre, ma qui in un modo che ti è proprio, in un modo particolare).
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